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César Hidalgo
#YoMeQuedoEnCasa porta speranza a tutti
Cesar Hidalgo e diversi musicisti cattolici di lingua spagnola stanno partecipando alla campagna chiamata #YoMeQuedoEnCasa (io resto a casa).Vogliono che il pubblico li veda da casa e sappia due cose: 1) siamo tutti nelle mani di Dio; e 2) tenere a mente che “rimanere in casa” aiuta nella battaglia contro il coronavirus.

Ogni giorno, fino al 17 Aprile, Cesar Hidalgo e diversi altri musicisti cattolici terranno concerti su www.yomequedoencasa.red. Cesar, il primo ad aver avviato questa iniziativa online, ha parlato del festival al Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, del motivo della sua partecipazione e ha aggiunto anche alcune parole di particolare ispirazione da parte dei suoi fan.

Cosa ha motivato la tua partecipazione al festival?

Hidalgo: Principalmente l’idea di dare un’immagine di unità. In un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo a livello globale, ho pensato che fosse importante essere parte di un’iniziativa in cui tutti ci sentiamo uniti.Quindi, tutti noi insieme, chi canta e chi ci ascolta, chiediamo a Dio di aiutarci a superare questa pandemia nel miglior modo possibile.

Noi musicisti cattolici vogliamo trasmettere due messaggi importanti: in primo luogo, che siamo nelle mani di Dio, non dobbiamo perdere la speranza, dobbiamo essere solidali con coloro che ne hanno più bisogno e valorizzare gli sforzi di tutti quelli che stanno lavorando per risolvere questa situazione. In secondo luogo, ricordare costantemente ciò che le autorità ci dicono: “Restare a casa” è uno dei principali modi per combattere il virus.

Quale genere di effetti pensi che il festival stia avendo sulle persone che lo seguono in Spagna? Hai ricevuto commenti? Di che tipo?

Soprattutto accompagnamento e comunione. La gente apprezza lo sforzo di alcuni di noi che entrano nelle loro case ogni giorno e dicono: “Ciao, siamo qui per cantare di Dio nelle tue orecchie! Non sei solo!” Cantiamo, ridiamo, riflettiamo, commentiamo; in breve, preghiamo con le canzoni e mettiamo in atto una comunione che funziona.

Dobbiamo anche tenere conto del fatto che molte persone vivono sole e questo momento di isolamento a casa è molto più difficile per loro. Il nostro è un modo per restare in contatto essendo consapevoli di ciò che veramente ci unisce: la fede nel Signore.

Per tutto ciò, i commenti sono molto vari, ma soprattutto le persone sono grate per il tempo che trascorriamo insieme, e ci incoraggiano a continuare a trasmettere con le nostre canzoni la forza e l’amore che Dio ci dona.

Quanto è stimolante vedere musicisti che si uniscono per stare vicino alle persone in questi tempi difficili?

Noi musicisti cattolici siamo sempre disponibili per la Chiesa in qualsiasi necessità possa sorgere, e questo è certamente il caso. In genere andiamo dove siamo chiamati e offriamo un servizio alla comunità e a chiunque abbia voglia di ascoltarci. È meraviglioso vedere la grande disponibilità che esiste tra i musicisti, che danno sempre il meglio di sé.

È un piacere vedere come siamo riusciti a concordare senza problemi l’offerta di questi concerti su base giornaliera da così tanti luoghi della Spagna e da altri paesi. Alcuni di noi si erano incontrati già prima, altri no, e questi concerti aiutano non solo a conoscersi, ma a “riconoscersi” come partecipanti di qualcosa di molto più grande: l’amore di Dio e l’universalità della sua Chiesa. A questo punto mi sento in dovere di ringraziare i Catolicos en red, nello specifico Gabriel López Santamaría (Coordinatore GCCM per la Spagna), per aver organizzato e condotto questa iniziativa in maniera altruistica e professionale.